La
villa, con la sua pertinenza, rappresenta un complesso
architettonico di indubbia rilevanza storica, emblema di sviluppo di una cultura
materiale, artistica e civile: chiaramente
caratterizzata dalle plurime stratificazioni che ne connotano
le varie fasi trasformative, dai diversi apparati decorativi
interni di epoche differenti, dalle pertinenze quattro
cinquecentesche, dall’ampio giardino tardo ottocentesco che
caratterizza l’area antistante e dal parco posto ad ovest,
ch’era invece il vero giardino storico.
Il
corpo principale del complesso architettonico è all’esterno
caratterizzato da un’aura apparentemente classicista, nobilitata
dalla frazione centrale timpanata, dal finto bugnato del pian
terreno, dalle ricche cornici di porte e finestre pur esse
timpanate.
Ma
un’osservazione più attenta dei dettagli decorativi, dei materiali
impiegati, dei moduli compositivi palesa come quell’aura
classicista sia in realtà impalcata di motivi
legati all’incipiente art noveaux.
Basta
uno sguardo alla ricchezza della cornice del portale o al
motivo floreale che connota il fregio della cornice di gronda
per disvelare l’esatta cronologia di quell’apparato. Del
complesso fa parte integrante anche il corpo di fabbrica rusticale,
posto sul lato ovest di quella che era un tempo la corte ed
oggi è giardino: si tratta di una torre colombara datata 1493,
con annesso un piccolo edificio che fungeva in passato da
abitazione del massaro.
I
lavori di restauro hanno interessato sia l’apparato strutturale dei
due corpi di fabbrica, intervenendo laddove elementi portanti erano
insufficienti a soddisfare le nuove esigenze normative o
inserendo un ascensore per il superamento delle barriere
architettoniche, sia l’interessante apparato decorativo,
prevalentemente di epoca primo novecentesca
(liberty).
L’elemento che visivamente maggiormente
s’impone è la nuova scala metallica posta nell’ex portico, che
conduce ora alla sala conferenze/lettura ricavata al piano
superiore. Senza aver attuato complesse trasformazioni, villa
Gobetti offre oggi una struttura perfettamente
fruibile assicurata, naturalmente, da idonei interventi
conservativi, da qualche mirato consolidamento strutturale e
dall’aggiunta dei due collegamenti verticali con spazi
sufficientemente funzionali e suggestivi nel pregio delle
finiture, con comfort qualitativo per chi vi lavora e per chi vi
accederà.
Diverso
il discorso per quanto attiene il corpo rusticale, da quasi mezzo
secolo in stato di abbandono, per il cui recupero gli
interventi conservativi hanno giocoforza previsto la totale
revisione delle strutture di copertura e il consolidamento
delle strutture di orizzontamento oltre alle
necessarie dotazioni impiantistiche e igienico-sanitarie,
prima del tutto assenti.
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